Dopo un 31 dicembre rocambolesco, ieri ho passato la serata a guardare lo speciale di Blob dedicato al 2022. 256 minuti.
Gli annuari di Blob sono un culto assoluto: ho cominciato a registrarli che ero ancora un bambino, ma ammetto di averne visto uno intero per la prima volta solo ieri.
Un po’ come le liste che segnalano i libri, i dischi, i podcast dell’anno: non è importante leggerle ma basta sapere che esistono.
Il 2022 è stato un anno strano, sicuramente non bello. Di certo problematico.
La vita è un piano inclinato, d’altronde, e superati i 40 non riesci mai a togliere di mezzo quella sensazione malata di avere avuto un grande futuro alle spalle, e la sensazione che questa “discesa” stia attraversando tutta l’umanità peggiora solo le cose.
OTTIMISMO!
Il 2022 è stato l’anno in cui ho deciso di abbonarmi di nuovo a una rivista musicale.
Perché sì e perché era giusto così.
Quella rivista è Creem. Quella degli anni’60 e di Lester Bangs che si è rifatta il look e che della rivista originale mantiene l’impronta pur essendo - ovviamente e giustamente, più vincolata al presente che al passato.
Ma pure sul passato non è che ci sono brutti pezzi, anzi.
Esiste una versione cartacea molto bella (ma farsela spedire ha dei costi proibitivi), mentre l’abbonamento alla versione digitale costa 5 dollari al mese e comprende anche l’accesso all’archivio storico della rivista.Vi metto in fila tre pezzi che mi sono piaciuti:
IS BAD MUSIC BAD FOR YOUR HEALTH? (il titolo non ha bisogno di spiegazioni)
BEAT GENERATION (un articolo che parte dall’ultimo album di Makaya McCraven per raccontare come una generazione di nuovi musicisti sta traghettando gli ascoltatori dell’hip hop verso il jazz)
PURPLE MOUNTAINS’S MAJESTY (che poi è il pezzo per cui mi sono abbonato, una cronaca degli ultimi giorni di vita di David Berman scritta dalle persone che hanno vissuto quel periodo insieme a lui. Spoiler: è struggente).
Sempre per la serie “COLAS SI ABBONA A COSE” vi consiglio anche di farvi l’account supporter di NTS, che per me resta un ottimo mezzo per scoprire musica nuova e con l’account privilegiato si possono recuperare le tracklist degli show e anche ascoltare on demand tutto quello che si vuole quando lo si vuole.
Pure qui, tre chicche:
THE O'BRIEN SYSTEM W/ GEOLOGIST & AVEY TARE - PAVEMENT TAPES SPECIAL (questa cosa l’ho già condivisa ovunque, ma si tratta di un vero capolavoro: due ore di tracce live dei Pavement selezionate da due Animal Collective e recuperate da cassette bootleg degli anni ‘90).
Ok, ci siamo. Ecco il listone dei dischi che più mi sono piaciuti nel 2022.
Parto con tre compilation. Fuori classifica. Perché sì.
Artisti Vari - Touching Bass presents: Soon Come
Touching Bass è un’etichetta inglese fighissima, essenzialmente tutta basata su roba downtempo. Questa raccolta è di fatto il manifesto estetico della label.
Due dischi divisi come giorno e notte (letteralmente musica da ascoltare di giorno vs musica da ascoltare di notte) e un sacco di robe da scoprire che potrebbero farsi notare nel corso del 2023.
Dream Dolphin - Gaia: Selected Ambient & Downtempo Works (1996-2003)
Eiji Taniguchi cura per Music From Memory una raccolta interamente dedicata all’opera di Dream Dolphin, musicista giapponese (anonimo, conosciuto solo col nome di Noriko e che in pochi anni ha lasciato tracce sparse di musica fighissima).
Da avere.
Artisti Vari - To Illustrate
Una compilation di roba da ballare tutta rigorosamente sui 100 bpm, curata da Wisdom Teeth. Si vede che mi piace il downbeat eh?
I MIEI DISCHI PREFERITI DEL 2022
44. Pinegrove - 11:11
Quarantaquattro dischi, come i gatti dello zecchino d’oro. E il primo è questo dei Pinegrove (il loro sesto) che è uno di quelli destinato a contare tantissimo/per pochissimi. Il sapore è indie primi 2000 e nonostante molta di quella roba mi sia venuta a noia, trovo il loro album abbastanza irresistibile.
43. Imperio Pacifico - Club Hits
Luan Belussi e Pedro Tavares sono due dj/produttori portoghesi e il loro nuovo disco - “Club Hits” - mischia IDM a roba più spaziale, molto chill e notturna.
E contiene una super traccia featuring Panda Bear con cui sono andato in fissa.
42. Sam Prekop & Jon McEntire - Sons Of
Due eroi della musica alternativa che per la prima volta escono con un progetto a due, molto elettronico e moltissimo sviaggioso. Io l’ho amato tantissimo.
41. RAMZi - Hyphea
Il nuovo disco di RAMZi nasce dalle musiche da lei composte per il documentario “Fun Fungi” ma ampliate e sviluppate proprio per dar vita al suo album più ambizioso.
L’ambito è quello dell’elettronica morbidosa e psichedelica (d’altronde sono brani scritti per un documentario sui funghi). Lei spacca sempre.
40. Shackleton - The Majestic Yes
Sono solo quattro tracce (quindi più un EP che un disco, ma chi se ne fotte), ma il nuovo Shackleton (tutto registrato a Dakar) è un piccolo grande capolavoro di musica ritmica (e si sente il tocco di Mark Ernestus).
39. Front De Cadeaux - We Slowly Riot
Il duo belga-pignetino formato da Dj Athome e Hugo Sanchez, le star del supreme rallentato che finalmente raccolgono le tracce disseminate in anni e anni di collaborazione in un album fatto e finito.
38. MJ Lenderman - MJ Lenderman
Il disco per gli amanti dell’indie rock e orfani dei Silver Jews/Purple Mountains.
Lenderman scrive come un piccolo Berman (senza averne la profondità e l’ironia, ma con simili ossessioni come lo sport e la geografia degli Stati Uniti).
Lui ha anche una band che si chiama Wednesday e che nel 2022 ha pubblicato un disco di cover che è un mio personale feticcio. Quindi una posizione che ne vale due.
37. Aylu - Profondo Rosa
Questo disco l’ho scoperto per caso mentre ero a Londra in tour con Cosmo e sono andato a fare un giro da Honest Jon’s e Silvia - una delle ragazze che lavorano lì - se lo stava ascoltando e sono rimasto folgorato. Aylu è il nome d’arte della compositrice e produttrice argentina Ailin Grad e questo disco è stato pubblicato da una label che sta diventando di culto (Mana, cercatevi la loro roba). Sperimentale e di gran classe.
36. Sault - 11
Questo disco è basso (ma attenzione questi dischi mi piacciono tutti, l’ordine di gradimento è solo un espediente narrativo) solo per una ragione: l’idea di pubblicare sei album in mezz’ora, tutti insieme, l’ho trovata molto divertente ma pure incomprensibile. Per dire, io ancora non li ho ascoltati tutti.
Nonostante questo per me quello dei Sault resta un progetto fighissimo e questo album l’ho consumato.
35. Brian Eno - FOREVERANDEVERNOMORE
Il primo disco di Brian Eno - dopo secoli - dove Brian Eno canta. E aldilà della notiziabilità della cosa, è FOREVERANDEVERNOMORE si fa apprezzare e non poco. Non aspettatevi rivoluzioni: è sempre Brian Eno, alle prese con la forma canzone. Già sentito, ma comunque bello.
34. Meridian Brothers - Meridian Brothers & El Gruppo Renacimiento
In teoria questo è un disco in cui Meridian Brothers prendono alcune tracce della seminale band colombiana degli anni ‘70 (El Gruppo Renacimiento, appunto) e le risuonano a modo loro. Peccato che a quanto sembra El Gruppo Renacimiento non è mai esistito e sono semplicemente i Meridian Brothers che si divertono a suonare cumbia psichedelica. Come sempre. Spaccando, come sempre.
33. Wet Leg - Wet Leg
L’album dell’esordio delle Wet Leg mi ricorda la settimana di primavera che ho vissuto a Bologna, e so che non è una motivazione importante ma per me lo è.
Scherzi a parte: ho trovato questo disco divertente, pieno di canzoni memorabili e sono rimasto colpito nel vederlo diventare un caso soprattutto tra quelli che l’hanno bollato come male assoluto per dimostrare al mondo che loro ci capiscono di brutto e questa è roba già sentita e bla bla. E fatevela una risata ogni tanto!
32. Alvvays - Blue Rev
Io manco sapevo che esistessero ancora gli Alvvays e non che ne sentissi la mancanza.
Ma per restare in ambito indie pop questo è un album che mi ha fatto compagnia per diversi mesi ed è pieno di belle canzoni. Basta poco, lo so.
31. Dori Sorride - A catturare i raggi
Un album pubblicato solo in una cassetta di 50 esemplari da Riforma (che è una bella label italiana di roba “strana”). Io non sono tanto sulla wave hyperpop ma qui ho trovato una scrittura solida e un approccio alla produzione davvero originale.
30. Wu-Lu - Loggerhead
Tanto hype ma pure tanta sostanza per un esordio abbastanza dirompente.
Tra post punk, hip hop inglese e Caraibi.
Il live che ho visto a Roma (molto punk hc) ha confuso un po’ le idee e non convinto del tutto (ogni tanto sembravano un gruppo crossover vecchio stampo) ma questo disco l’ho consumato.
29. Moin - Paste
I due Raime più Valentina Magaletti. Consigliatissimo agli amanti del post hard core e della roba strumentale suonata con basso, batteria, chitarre e un po’ di elettronica.
Sono arrivato tardi sul disco del 2021 ma ho finito per ascoltarlo un botto, quindi metto questo nuovo ma vale per due.
28. Sudan Archives - Natural Brown Prom Queen
Uno dei dischi pop più interessanti e coraggiosi di quest’anno. A me, per dire, è piaciuto molto più del disco di SZA (che non ho ancora capito del tutto), pieno di idee ma non stucchevole.
27. Spiritualized - Everything Was Beautiful
Jason Pierce è un maestro del riciclare se stesso, questo si sa. “Everyhing Was Beautiful” ha addirittura il packaging che rimanda al disco più importante e famoso della band, ma non si tratta di operazione nostalgia. Anzi.
Qua ci sono proprio dei pezzoni (tipo The Mainline Song).
26. Eric Copeland - Spiral Stairs
Cioè il disco di uno dei Black Dice che si chiama come uno dei Pavement. Boom!
La testa esplode. Scherzi a parte, la testa esplode davvero ma per la musica che c’è dentro. Che è classic Eric Copeland ma con un paio di virate davvero memorabili.
Io l’ho amato.
25. The Weeknd - Dawn FM
Forse il primo grande disco a essere uscito nel 2022. Continua il connubio tra The Weekend e Daniel Lopatin (ormai suo “direttore artistico”). Il concept è quello di una radio immaginaria (in realtà il disco parla di depressione, scopate e droga come più o meno tutti i dischi di The Weeknd), il suono è più o meno quello di “After Hours”. Come degli anni’80 trasportati nel presente.
24. Quelle Chris - DEATHFAME
Non sapevo niente di Quelle Chris prima di questo disco ( a parte averlo sentito nel disco di Billy Woods), che ho scoperto per caso perché era stato messo tutto su YouTube prima ancora di uscire ufficialmente e avevo intercettato qualche articolo dove se ne parlava. Poi è diventato un piccolo caso, soprattutto perché Pitchfork lo ha recensito con un voto più alto di “Mr. Morale”, nello stesso periodo di “Mr. Morale”. Ovviamente non sono manco lontanamente paragonabili, ma DEATHFAME è un lavoro di gran classe, ottimamente prodotto da Chris Keys e Knxwledge, oltre che dallo stesso Quelle Chris.
23. Gigi Masin - Vahinè
La solita grande classe di Gigi Masin, vero e proprio maestro di queste sonorità elettroniche e sospese (ok, volevo provare a usare un’altra parola al posto di ambient). Questa volta si tratta di un concept dedicato alla scomparsa recente di sua moglie. Toccante e suadente. Bellissimo da ascoltare la notte.
22. Big Thief - Dragon New Warm Mountain I Believe In You
20 tracce, più di un’ora di musica. I Big Thief ci hanno voluto mettere tutto in questo disco. E quando dico TUTTO, non scherzo. Tutte le loro influenze, i loro mondi sonori, la tradizione e pure un po’ di futuro. Una specie di compilation fatta tutta di brani inediti e realizzati spesso anche in solitaria da i vari membri della band.
21. Jockstrap - I love you Jennifer B
Uno degli album più curiosi e spiazzanti di quest’anno. E lo dico io che odio i Black Country New Road di cui sono una filiazione. I love you Jennifer B è un disco di musica che faccio fatica a definire. Post tutto. E mi piace un casino.
20. Wilco - Cruel World/Animal Collective - Time Skiffs
Li metto insieme perché sono due dischi secondo me molto belli, di band di cui non si parla più tanto e che ormai quando escono con qualcosa di nuovo si rivolgono solo a pochi nostalg… adepti. Peccato però perché gli Wilco confezionano il loro disco migliore degli ultimi tre lustri, quello che paga più di ogni altro il dazio con le radici country della band e che per certi versi chiude il cerchio. Con Time Skiffs gli Animal Collective mettono insieme un disco di nove pezzi tutti belli. Sicuramente più pop e meno avant, ma era da tempo che una loro produzione non sembrava così a fuoco. Peccato se ne siano accorti in pochi.
19. Viagra Boys - Cave World
Nel 2022 ho visto i Viagra Boys due volte, la seconda a New York - alla Brooklyn Steel - dove suonavano prima degli Shame che hanno letteralmente cancellato dal palco. Il concerto mi ha portato ad approfondire un disco che è pieno di pezzi killer e testi da segnare sul quaderno. Che poi è sempre stato così con loro ma a questo giro anche di più.
18. Pusha T - It’s Almost Dry
Pure questo è legato a un ricordo personale: ultimo giorno a Miami, io e tutta la band di Cosmo decidiamo di andare a vedere King Push live nella sua città.
Era tipo la quarta volta, ma It’s Almost Dry l’ho ascoltato davvero un casino e poi 'c’era un’energia che davvero piegava le palme anche se non c’era un filo di vento.
Grande carisma e grandi produzioni di Ye e Pharrell.
17. Makaya McCraven - In These Times
Pare che Makaya McCraven abbia impiegato sette anni a lavorare su questo disco, tra un progetto e l’altro. Il risultato è di gran classe, la scrittura è più rotonda che in passato e il disco potrebbe piacere anche i non appassionati di jazz, dato che ha un piglio che lo porta a essere fruibile anche per gli appassionati di hip hop strumentale contemporaneo (quella roba che chiamano Lo-Fi, per capirci, ma che non è il lo-fi di noi vecchi catorci degli anni ‘90). Nell’album è presente anche Jeff Parker che a fine 2021 aveva pubblicato a sua volta un disco molto consigliato.
15. Sessa - Estrela Acesa
Non sapevo niente di Sessa, fino a che l’algoritmo non mi ha fatto scontrare con questo suo album. Perché alla fine l’algoritmo - per i curiosi - può anche essere un ottimo strumento per scoprire nuova musica, l’importante è muoversi fuori dai recinti (e dalle playlist editoriali). Scrittura sopraffina, mood sognante, spirituale, tropicalista. Bello.
14. Kevin Morby - This is a Photograph
La voce caldissima di Kevin Morby, il suono caldissimo di questo album, e anche il fatto che a dicembre l’ho ascoltato quasi ossessivamente, impazzendo per l’incipit di A Random Act of Kindness: “Out of time, out of money. Out of time, out of money… honey. Out of lust. Out of lust, out of trust. Out of lust, out of trust for the sky above my head”. Per me è Bob Dylan.
13. Danger Mouse & The Black Thought - Cheat Codes
Uno dei dischi hip hop più puri dell’anno. Belle tracce, bei testi, bei feat, belle produzioni e pure - forse soprattutto - bei campionamenti.
Se ti piace il genere qua ci trovi praticamente tutto quello che ti serve.
12. Little Simz - No Thank You
Lo ha rifatto. Un’altra volta. Un altro discone. E a questo giro pure a sorpresa, all’ultimo secondo. Solo cuori per lei.
11. The Smile - A Light for Attracting Attention
Come ho detto prima, i numerini prima dei dischi non valgono niente. E questo qui l’ho davvero consumato e l’ho messo undicesimo solo per non sembrare il solito sfigato che mette i side project dei Radiohead nelle prime posizioni. Scherzi a parte: disco molto bello, concerto bellissimo.
10. Fontaines DC- Skinty Fia
Non sono mai stato in fissa con loro, anche se mi è capitato di vederli dal vivo nel 2018 prima dell’uscita del loro disco e trovarci comunque qualcosa di interessante.
Poi boh, mi piaciucchiano ma mai del tutto. Fino a questo disco che mi ha spinto a tornare indietro e comprarmi anche gli altri (che comunque avevo apprezzato). Ed ecco che alla fine hanno preso pure me. Sarà che il 2022 è l’anno in cui sono andato in fissa con Dublino. Chi lo sa.
9. Billy Woods - Aethiopes
Hip hop, jazz, afrocentrismo e un suono scuro e denso come la terra.
Un capolavoro.
8. Horace Andy - Midnight Rocker/Midnight Scorchers
Due dischi in un anno, poi racchiusi in un album unico.
Il vecchio leone (ho perso il conto degli anni) ruggisce ancora.
Forse mai come ora!
7. Oren Ambarchi - Shebang
Questo è il disco che metto per addormentarmi quando sono in albergo.
Che detto così sembra un insulto, ma invece non lo è. La musica che mi fa dormire è quasi sempre la mia preferita. Si apre con una traccia dominata, come ovvio, dalla chitarra e dal piglio minimalista, poi si finisce in territori più classici e arrangiamenti più ricchi. Ve lo consiglio (anche da svegli).
6. Charlotte Adigéry & Boris Pupul - Topical Dancer
L’etichetta dei fratelli Dewaele è garanzia di un sound preciso, e qui i due si sono cimentati pure nelle produzioni. Elegantissime.
Per uno dei dischi “pop da ballare” più riusciti del 2022.
5. Panda Bear & Sonic Boom - Reset
Dopo un album di Panda Bear prodotto da Sonic Boom e uno di Sonic Boom prodotto da Panda Bear, Panda Bear e Sonic Boom hanno fatto finalmente un disco insieme che prende il meglio degli altri due e lo eleva. Posso scrivere ancora una volta Panda Bear e Sonic Boom? OK, Panda Bear e Sonic Boom. Boom!
4 Bawrut - In the Middle
Giuro che proprio non capisco perché questo disco di Bawrut non sia diventato un caso internazionale e lui non stia nelle line up di tutti i festival che contano. Eppure chi lo ha ascoltato, lo ha amato alla follia. Non conosco una persona a cui questo disco piaccia “poco”. Un concept molto largo sul mediterraneo che prende i suoni di quei luoghi e li porta in una dimensione a volte più da club e a volte sospesa. Con anche belle incursioni nella forma canzone.
3. Kendrick Lamar - Mr Morale and The Big Steppers
Questo disco l’ho ascoltato fino allo sfinimento. Prima di tutto per capirlo. Testi alla mano. E repeat continuo delle tracce per cogliere i riferimenti. Poi l’ho amato davvero, anche se c’è voluto più del solito. Un album che in realtà è come se ne fossero due, che è come se si trattasse di una seduta di terapia. E quando arrivi alla fine ti senti anche tu liberato da qualcosa.
2. Steve Lacy - Gemini Rights
L’album che per me è l’estate del 2022. E forse basta semplicemente questa come definizione. Sarà che le canzoni parlano tutte più o meno di scopare.
1. Rosalia - Motomami
Quando tutti sono impazziti per il secondo disco di Rosalia, io sono rimasto interdetto. Trovavo che quell’album avesse sia dei pezzi abbastanza incredibili (Malamente, tipo) ma anche parecchi riempitivi. Per cui non ho approcciato Motomami come la venuta del nuovo messia e forse per questo non sono rimasto deluso. Per me non ha sbagliato niente. Motomami si muove su quel sottile filo rosso tra avant e tamarreria che è già un clash senza senso come è senza senso che mi piaccia un disco così. E invece… mi piace di brutto. La vera musica del presente (anche nell’utilizzare le brutture del contemporaneo e trasformarle in arte).
Wow, forse siamo arrivati alla fine.
Forse cercherò di essere più regolare negli invii.
Speriamo
Ciao!