Il suicidio del robottino Lego
E altri cinque dischi del 2022 (per scusarmi di avere messo in classifica uno del 2021)
Giovedì pomeriggio ho cominciato a leggere “L’anno del pensiero magico” di Joan Didion. Venerdì mattina a colazione piangevo come uno scemo per la morte di Vialli, sentendomi un idiota.
Il pomeriggio e la sera dello stesso giorno ho montato un Lego.
Un droide di Star Wars. Non uno di quelli conosciuti, uno che non ho ancora capito in quale film o serie sia comparso, ma ‘sti cazzi. Montarlo è stato molto divertente.
Io però continuavo a essere triste e non so perché.
Sabato, invece, ho lavorato. Sono cominciate le prove di Sanremo. Quelle dove l’orchestra “stende” per la prima volta gli arrangiamenti dei brani, si correggono le partiture e vengono cantate per la prima volta le canzoni.
In quelle stesse ore, il robot lego di non-ho-capito-quale-Star Wars che avevo messo sulla libreria dei vinili ha deciso di schiantarsi da solo ed esplodere in mille pezzi.
Sbam!
La sera prima c’era, bello come un trofeo o come un robottino un po’ sciancato, e il giorno dopo non c’era più. Ché alla fine è quello che succede con la vita, ed è anche il tema di cui parla “L’anno del pensiero magico”.
Tutto torna. Più o meno.
Ci ho preso un po’ gusto a consigliarvi show di NTS che mi sono particolarmente piaciuti, per cui continuo sulla stessa linea:
NTS GUIDE TO: THAI PSYCH ROCK
Anche voi vi siete svegliati questa mattina con una sensazione di vuoto all’altezza della psichedelia thailandese? Bene, questo radio show è qui proprio per colmarlo!
SILVIA KASTEL - ITALIAN TELEVISION MUSIC
Silvia Kastel è una producer e dj italiana che cura uno show per NTS di cui sono molto fan e ultimamente ha dedicato un’intera puntata ad alcune sigle storiche della tv italiana. Che ascoltate dalle nostre orecchie italiche e abituate fanno lo stesso effetto di una Madeleine, mentre agli inglesi fighetti di NTS sembrano delle robe strambone elettroniche superfighe (e in effetti lo sono).
GUITAR WORLD: MTV 120 MINUTES - A SONIC HOMAGE
Questa invece è per gli amici nostalgici dell’alternative rock: due ore di musica tratta da varie puntate di MTV 120 Minutes registrate su videocassetta e trasferite nel dorato mondo dello streaming. Divertente.
TELEGRAMMY è una newsletter in italiano che parla di dischi in maniera super-stringata e veloce. Consigliatissima se avete poco tempo, ma pure se non avete un cazzo da fare. L’ultimo numero è dedicato alla scoperta di tre nomi che forse spaccheranno nel 2023. E se non lo faranno, pazienza…
Si tratta comunque di musica figa. Qui.
Un’altra newsletter che mi sento di consigliare - e a cui sono abbonato (sì, mi abbono a un sacco di cazzate) è FIRST FLOOR di Shawn Reynaldo che parla essenzialmente di musica elettronica e club culture in modo molto amplio e argomentato.
Vi segnalo anche questo bel pezzo di Gabriel Szatan del Guardian e dedicato alla buonanima di MAXI JAZZ dei Faithless (di cui anche io, lo ammetto, sapevo pochissimo).
E questo super mix di cinque ore e mezza compilato dagli AUTECHRE e tutto dedicato alla musica che ascoltavano e che era nell’aria nel periodo in cui veniva fuori “Artificial Intelligence”, la storica compilation WARP del 1992 (appena ristampata) e da cui in qualche modo era partito tutto il movimento IDM.
Ed eccoci arrivati al punto saliente: devo fare pubblica ammenda!
Nella mia lista dei dischi del 2022 c’è finito anche un disco del 2021 che avevo già incluso nella lista del 2021 (e questo punto forse anche in quella dell’anno prima e di ogni anno a venire da oggi in poi). Il disco - bellissimo, lo confermo - è quello di Bawrut, ma dato che in tanti mi avete fatto notare l’errore (e dato anche che dopo avere concluso la lista ho pensato che ci sarebbe stata bene anche altra roba) ora vi sucate ulteriori cinque dischi belli del 2022. E via così.
BILL CALLAHAN - YTI⅃AƎЯ
Questa è per tutti quelli che mi hanno detto: “Colas, ma che cazzo, è uscito un disco di Bill Callahan nel 2022 e proprio tu non te lo caghi?”. È vero amici, avete ragione.
Ma proprio per il mio essere una vecchia ciabatta, e ancora di più in relazione agli artisti di cui sono fan, io faccio fatica ad appassionarmi ai dischi fino a che non li possiedo davvero. E questo uscirà in supporto fisico solo a fine febbraio (e ok, pure gli Wilco, lo so e mica solo loro), però è andata così. La realtà è che mi è piaciuto ma ci ho messo più del solito a lasciarmi catturare. Sarà che dura un casino, sarà che quello prima è diventato subito un mio disco del cuore. Ma che vi devo dire, è bellissimo pure questo. Grazie William, ti voglio sempre bene anche se col cazzo che vieni a suonare in Italia.
KING HANNAH - I’M NOT SORRY I WAS JUST BEING ME
Ho sentito questo disco per la prima volta appena uscito, a casa di un amico. E mi è piaciuto subito. Poi andando avanti col passare dei mesi ha cominciato ad andarmi un po’ sul cazzo per il suo somigliare troppo in maniera troppo esplicita a delle cose ben precise. Tipo i Portishead o gli Opal. Che poi ad avercene di gruppi che scopiazzano gli Opal o i Portishead. E infatti alla fine devo ammettere che mi piacciono.
FELPA - ESAGONO
Felpa è il progetto isolazionista - ma in realtà molto collaborativo - di Daniele Carretti degli Offlaga Disco Pax che è anche un mio amico. Motivo per cui avevo un po’ di remore a mettere questo disco in lista, ma sono contento di poterne parlare ora perché l’ho ascoltato davvero un bel po’. Esagono è un disco interamente strumentale, il secondo di una trilogia, e pure interamente dedicato alla città di Reggio Emilia (che è il posto da cui viene Daniele, maddai, e che è nota tra le varie cose proprio per la sua forma esagonale). Talmente dedicato a Reggio Emilia che l’edizione limitata in CD viene accompagnata da un modellino del grattacielo della città (da costruire).
Esagono è un disco molto cinematografico, registrato volutamente con un numero limitato di sintetizzatori ed effetti proprio per avere un sound preciso e manifesto.
Un bel trip, davvero.
HUERCO S. - PLONK
Anche per questo nuovo album di Huerco S. (il primo dopo sei anni) ho vissuto diversi tumulti interiori che mi hanno portato a tenerlo fuori dalla lista.
In realtà mi è piaciuto tanto e da subito. Solo che non riesco a non accumunare questa mia fissa per certi dischi ambient alla vecchiaia che piano piano si fa strada dentro e fuori di me. Il punk rock è per i giovani, l’ambient è per i veterani che arrivano alla sera stanchi da quello che è successo nel corso della giornata e hanno bisogno di rilassarsi. Il suono di Plonk ha quasi il rumore della nostalgia e del tempo sospeso, ma porta in dote anche diversi elementi - destrutturati e dilatati - che sembrano pescare dalla trap e dalla drill.
CONGOTRONICS INTERNATIONAL - WHERE’S THE ONE
Faccio mea culpa perché questo disco me lo sono proprio dimenticato.
Eppure l’ho addirittura comprato e ascoltato fino allo sfinimento della prima parte dell’anno. Supergruppo che mette insieme 19 musicisti (19), provenienti da quattro continenti diversi: Konono No.1, Kasai Allstars, Deerhoof, Juana Molina, Wildbirds & Peacedrums, e Matthew Mehlan degli Skeletons. Il risultato è un afrobeat molto mondialista e pure molto indie rock che vi farà muovere la testa e il corpicino intero.
E pure a questo giro, siamo arrivati alla fine.
Luca Vialli alè alè, noi ti amiamo e ti adoriamo tu sei meglio di Pelé.
Ciao. Vi chiedo scusa per le parolacce. Vaffanculo.