Così, a sorpresa. Senza alcun senso.
Poco fa stavo tornando a casa dall’ufficio e la strada era piena di ragazzini in festa intenti a chiedere: “dolcetto o scherzetto?”
Mentre li guardavo ho pensato che quando ero più giovane - perché sì, nel frattempo è pure successo che ho smesso di definirmi così - odiavo quella festa.
Come tutti gli snobbettini di sinistra che hanno fatto i boy-scout (lol) pensavo che fosse solo l’ennesimo segnale che la cultura imperialista americana stava dominando su quella di tutto il resto del mondo, e che noi eravamo l’ennesima vittima di questo strano colonialismo avvenuto grazie a scene di film e serie tv.
Non che nella mia vita non sia andato a festa la notte del 31 ottobre o non mi sia divertito. L’ho fatto, ma sempre con quell’aria da “sono qua, ma sono contrariato” tipica di noi cresciuti in mezzo al catto-comunismo.
Noi che poi quell’approccio lì lo abbiamo trasportato pari pari in tutte le cose che ci appassionano: “La musica da ballo? Bella, però…”, “Sì, ok, bel pezzo Spiders dei Wilco ma il vero kraut rock era quello…”. Insomma, noi che per senso di colpa o chissà che altro abbiamo sempre pensato che divertirsi, stare bene, essere felici, guadagnare due spicci sia una cosa da dover sminuire se non addirittura nascondere.
Vorrei tanto dirvi che sono cambiato, ma vi starei dicendo una cazzata.
Però mentre tornavo verso casa e vedevo tutti i dolcetti e tutti gli scherzetti fare casino intorno a me, ho pensato che questa cosa di Halloween in realtà è una mezza figata.
Che la gente che sta bene, che si diverte, che non ha pensieri e non se ne vergogna è solo da ammirare. Che su quelle facce di bambine e bambini c’era una gioia pura che neanche sotto l’effetto di qualche sostanza e che noi che siamo già adulti e ci sentiamo diventati grandi dobbiamo ricorrere a un sacco di trucchetti per raggiungere giusto un minuscolo surrogato di quella felicità senza compromessi.
Ho pensato che questa cosa la dovevo scrivere sulla newsletter e mandarla. Che poi magari ogni tanto la rileggo e me lo ricordo e ci provo pure io.
Magari.
Così, a sorpresa, senza alcun senso.
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io a roma vivo in un comprensorio piuttosto grande in cui i bambini ormai da qualche anno organizzano proprio delle ronde per tutte le varie scale del condominio
tutti gli anni mi becco queste orde di bambini che quella sera dell'anno hanno la possibilità di suonare a tutte le porte che vogliono, con negli occhi l'eccitazione-paura di non sapere chi gli aprirà, e col coraggio fornitogli dalle maschere e dallo stare in gruppo
quest'anno per la prima volta i miei due puzzoni erano in età per fare sta roba ma ancora così piccoli da dover essere accompagnati (3 e 5 anni), quindi ero tra i genitori che fanno la retroguardia delle ronde dei nani..una roba abbastanza pesante
ebbene, tutto sto pippotto per dire che è vero quanto dici ma a me lo sguardo felice dei bambini non sarebbe forse bastato a farmi cedere dallo snobismo.
A FARMI CAPITOLARE SONO STATI I VECCHI: ho visto decine di vecchietti e vecchiette, molti soli in casa, che si erano preparati di brutto alla cosa, ed erano più felici dei bambini
li ho visti mascherati, coi cartelli alle porte, con le case piene di dolcetti da regalare, li ho visti aprire le loro porte in anticipo preoccupati che da loro i bambini si fossero dimenticati di passare, li ho visti accendersi letteralmente di gioia e vita all'assedio dei piccoli bastardi, e poi tristi quando l'assalto finiva e l'orda si spostava all'interno successivo.. a un certo punto me ne sono dovuto andare sennò piangevo porco cane
tutta gente che probabilmente halloween lo pronuncia peggio dei miei figli (che lo pronunciano malissimo), ma avessi sentito un vecchio che faceva lo snob, ci hanno messo il buono senza rompere le palle
e poi un'altra cosa: tutti sui pianerottoli per ore, una socializzazione tra vicini che non si vedeva da secoli
bello questo pensiero serale